Fino ad una quindicina di anni fa il matrimonio veniva combinato, per ragioni economiche, tra i genitori degli sposi, ma oggi i ragazzi arabi si frequentano nelle scuole, hanno la possibilità di innamorarsi e potersi scegliere, tanto che le vecchie donne del paese, come quasi ovunque nel mondo, lamentano che tutto sia cambiato e che i giovani facciano quello che vogliono.
In Tunisia, come in molti altri posti, se due ragazzi si conoscono e si piacciono, decidono di frequentarsi per un po’ di tempo. Ma solo dopo che anche le famiglie si sono conosciute, si organizza il fidanzamento ufficiale. La festa del fidanzamento ufficiale è bellissima: la ragazza indossa un abito ricchissimo e c’è uno scambio di anelli, come si usa anche nei matrimoni. Tutti ballano e mangiano a casa della futura sposa.
Mentre il fidanzamento però dura un giorno, il matrimonio dura quasi una settimana.
Il colore dominante del costume della sposa deve essere il rosso, come rossa è la henna che porta tatuata alle mani e ai piedi; i parenti della sposa non badano a spese per dare alla figlia il vestito più dignitoso e costoso possibile, adornato e decorato con ornamenti e gioielli d’oro massiccio, che la sposa porta con sè in dote e mostra a tutti nel giorno del matrimonio.
In compenso il giovane sposo deve pensare alla casa, ai mobili, ai tappeti.
Due giorni prima del matrimonio c’è il “giorno della henna“, il giorno in cui si fanno gli inviti e della colorazione della henna sulle mani e sui piedi della sposa; la henna, a seconda delle diverse tradizioni, viene applicata per due o tre notti consecutive, di modo che il colore divenga il più scuro possibile. Sia gli uomini che le donne vanno nell’ hamman, il bagno turco, dove si lavano, si profumano e festeggiano…anche lì! La sposa viene portata al bagno turco insieme a tutte le sue amiche, sorelle, cugine, familiari. Viene accompagnata a piedi portando un profumo tra grandi festeggiamenti.
Per la sposa, nell’ hamman, c’è appositamente una donna a sua disposizione per lavarla, asciugarla, curarla, farle la ceretta, passarle gli olii sul corpo. Questa donna viene chiamata hennena, perché è anche colei che fa l’henna.
L’henna è una pianta di cui si seccano le foglie. Una volta sbriciolate le foglie secche, si mischiano con acqua di rose (o acqua) e si fa una pasta rossa. Le donne usano questa pasta per disegnare meravigliosi ricami sul palmo della mano o sotto la pianta del piede. Questi disegni, che in pochi giorni diventeranno neri, sono di ottimo augurio. L’henna rimasto alle donne, dopo tre giorni viene portato dai familiari della sposa a casa dello sposo. Gli uomini invitati però si sporcano solo il mignolo, dopo aver dato in regalo dei soldi allo sposo. Sporcarsi il dito mignolo è simbolo di virilità.
Durante questi giorni di festa si danno banchetti, sia a casa dello sposo, sia a casa della sposa. Il giorno della cerimonia la ragazza indossa l’abito tradizionale, che varia da regione a regione, ma che di solito è ricchissimo e adornato con tantissimo oro cucito addosso.
Il giorno dopo è il giorno effettivo delle nozze e viene chiamato “djefa“, ovvero la sedia, posta sopra il cammello, con il quale viene trasportata la sposa dallo sposo. Esso viene decorato con palme, foglie e simboli porta fortuna come il pesce, l’occhio e la mano di Fatima. La sposa aspetta lo sposo nel cortile della sua famiglia, seduta su un trono come una regina, vestita con il costume rosso del matrimonio, imbellettata e ricoperta di oro, con la henna rossa sulle mani.
Ripetutamente copre e scopre il viso con le mani tatuate come simbolo di addio verso la casa paterna e verso la sua giovinezza. Arrivato lo sposo, si siede vicino a lei per lo scambio degli anelli, il segno dell’avvenuta sanzione del vincolo del matrimonio. Dopodichè la sposa viene trasportata con il cammello decorato per tutto il villaggio al suono della canzone tradizionale “pip, pip ‘l ‘arusa jet!!“, ovvero “pip, pip arriva la sposa!!“, fino alla porta della nuova casa degli sposi.
Ho descritto il matrimonio tradizionale. Le cose stanno cambiando e qualcuno sta rivisitando il tutto in un giusto equilibrio fra tradizione e eventi in stile europeo.
Fonte:
Università degli Studi di Napoli “Federico II” |
http://www.donnamed.unina.it/
maggio 28th, 2014 → 6:52 am @ Wedding Planner in Sicilia